«Per il benessere (fisico e mentale) di tutti, chiediamo che quel bene di primissima necessità chiamato “Libro” possa diventare oggetto di prescrizione medica ed essere trattato fiscalmente come quella spesa per la salute che a tutti gli effetti già è».
Questa è una parte della lettera che la famoda libreria Lello di Porto ha inviato a tutti i Presidenti dei gruppi parlamentari del Portogallo. La lettera insiste a più riprese sull’idea del libro come bene di prima necessità. L’enfasi che la accompagna, va sottolineato, è più che giustificata: in Portogallo durante la pandemia tale principio è stato a lungo sconfessato e anzi il Paese ha vissuto una situazione paradossale tale per cui, durante la prima parte del 2021, era possibile comprare un libro ovunque (supermercato, edicola, tabaccaio, cartolibreria, stazione di servizio) fuorché in libreria. La battaglia per il libro come bene essenziale, ricordiamo, ha visto l’Italia come apripista in Europa: solo con molta fatica lo stesso principio si è imposto anche in Portogallo e il timore – della libreria Lello, ma non solo – è che con il superamento della fase emergenziale della lotta al coronavirus si allenti anche l’attenzione al mondo del libro.